Francesco Rodi è un formidabile creatore di forme e di
immagini , dipinge con la sapiente manualità dei maestri del passato,
con le intuizioni illuminanti del precursore, proteso verso una nuova
iconologia che rilegge l'antico con l'occhio del moderno. Rivivono così,
in cornice, immagini perdute, avventure oniriche che sono ormai parte
integrante del patrimonio mnemonico e culturale dei popoli: una piazza
di paese, una strada, donne che danzano, nature morte che assumono
magicamente la dimensione del mito, della leggenda in una accensione
continua di fantasie e di realtà."
Roberto Bosco
Rodi ci propone il suo mondo, le
sue cose, i suoi paesaggi, le sue danzatrici, le scene paesane tratte da un
immaginario lontano. Un ricordo di un mondo contadino meridionale ormai a
riposo, vissuto nei vicoli e nelle piazze dei paesi assolati, pieni di storia.
Frutta, cesti, volti di uomini, marine, barche, rappresentano con grande umiltà
una storia ormai passata. Francesco attraverso queste immagini e questi valori
cerca di costruire la sua storia, lontano dalla sua terra, in un paese dove il
tempo compone e scompone quadri che a volte non comprendiamo, ci sfuggono,
perchè forse non vogliono comunicare niente.
Vincenzo Varone
Francesco Rodi è senza dubbio
uno di quegli artisti che con le sue opere riesce a suscitare e a far emergere
dinamiche psicologiche. A questo risultato ci è giunto dopo anni di lavoro, con
uno sforzo creativo ed un percorso evolutivo che in pochi sono capaci di
affrontare e di portare a compimento. Parallelamente al percorso evolutivo è
peraltro maturato un processo di affinamento delle sue già rilevanti capacità
tecniche che lo ha portato con successo a sperimentare nuove modalità espressive
tramite l'impiego e l'assemblaggio di materiali diversi e con un uso più
raffinato e delicato del colore .
Domenico De Maio
C'è in Francesco Rodi un amore univoco, senza fratture, fatto di limpido
entusiasmo e disposto a rintracciare la sostanza dell'essere attraverso
connotazioni di eleganza e di forza. Per questo, ad esempio le sue danzatrici, i
suoi paesaggi, i suoi oggetti nudi si caricano e si illuminano di una luce
armonica, non debordante che ricorda tanto quella degli artisti della cosiddetta
Scuola Romana.
Roberto Bosco
Il viaggio diventa un’occasione per esplorare le diverse sfaccettature
dell’anima e mentre si vaga, si ritrova se stessi. Il tetto, metafora di un
luogo sicuro dove ripararsi che molto spesso è la corazza che ci siamo
costruiti, è bruciato. Ora si è pronti, forse, a vedere in Selene ciò che siamo.
Viaggiamo attraverso sentieri, sui tram o sulle navi, nelle strade bagnate dalla
pioggia o racchiuse da palazzi impersonali; approdiamo su isole, o in città
silenziose, o accovacciati su divani accoglienti.
Viaggiamo con la memoria, con i ricordi, con la nostalgia, con la sofferenza
del distacco o il desiderio del ritorno, ma soprattutto viaggiamo per incontrare
“l’altro”, che sia il genere umano o che sia noi stessi.E' il viaggio dell'anima del Maestro Francesco Rodi.
Giuseppina Micheli
L'opera d'arte, nel suo insieme,
rappresenta per l'artista Rodi una sorta di ponte tra il suo mondo interiore e
il mondo esterno, e tramite espressione simbolica trasmette all'esterno la
propria visione della vita nella consapevolezza che questa può essere comunicata
anche senza l'uso della parola. Egli concepisce l'arte non solo come ricerca
dell‘estetismo ma come l'espressione globale della vita stessa e nelle sue opere
possiamo trovare emozioni, percezioni, memoria, fantasia; tutto genera in chi le
osserva suggestioni che entrano in risonanza con la propria personale storia,
con le più intime emozioni e desideri risvegliando i più profondi contenuti
dell'inconscio.
Domenico De Maio
Nei suoi nuovi quadri c'è
un'aria diversa e l'esecuzione, anche se mostra continuità con il passato è tesa
ormai verso una concentrazione del colore e della figura. L'amenità della
sua pennellata si è fatta più energica ed essenziale e cerca di "disegnare" una
realtà che vuole coincidere a tutti i costi con l'essenza del suo pensiero che
pare aver assunto una particolare forza analitica e speculativa. I richiami
letterari sono evidenti e anche quelli filosofici. Per esempio nel "Viaggio" c'è
un orologio e il volto di Einstein: la meditazione sul tempo, sullo spazio e sul
relativismo non è per nulla casuale. Come per quanto riguarda la "Identità
perduta" : l'uomo che si osserva nello specchio non può essere che Moscarda, il
protagonista del romanzo pirandelliano"Uno, nessuno e centomila".
Roberto Bosco
I personaggi delle sue opere sono parte della società in cui viviamo,
espressione dell'abbandono, dell'incomprensione, dell'isolamento e del rifiuto
proprio ed altrui. I colori non sono immensamente freddi,, riescono a
regalare toni caldi,sereni eppure in quella parvenza di serenità è ben presente
lo stato di malinconia, di solitudine, di straniamento. La figura c'è: se ne
percepisce alcune volte il contorno, altre volte la materia, la fisicità ma la
maghgior parte è come se non avesse una consistenza spirituale ( spirito come
anima).
Giuseppina. Micheli
Quando abbiamo conosciuto il maestro Francesco Rodi, oltre al brillante
curriculm che riporta le sue innumerevoli esposizioni in Italia e all’estero,
ciò che ci ha colpito di più è stata la semplicità dell’uomo e la naturalezza
con cui ci ha presentato la mostra “Il Viaggio”.
Un tema quello del viaggio, sia fisico che metaforico, che ha sempre ispirato
gli artisti, ma la peculiarità delle 25 opere esposte alla Rocca Colonna non
rappresentano solo il viaggio di Francesco Rodi, ma incarnano un'esplorazione
universale dell'animo umano, una sintesi unica, che riesce a fondere sentimenti
universali con esperienze personali, trasportandoci in una dimensione onirica
che trascende la soggettività.